Recensione e video presentazione

del romanzo di Valerie Pèrrin

Il romanzo mi ha colpita molto, ho aspettato un po’ prima di scrivere questa recensione perché sul web ho trovato pareri discordanti in merito e dopo alcune riflessioni voglio dirvi il mio pensiero.

 La narrazione ha una struttura indubbiamente molto articolata, con salti nel passato e nel presente di molti dei personaggi. Violette è la protagonista, ed è una giovane donna rimasta orfana da bambina e dall’apparente personalità scialba, addirittura è quasi analfabeta; in realtà con lo scorrere delle pagine si denota un carattere molto profondo e determinato. Conduce una vita semplice: si sposa in giovane età con un marito quasi del tutto assente; inizialmente fa la guardiana di passaggio a livello, dove gli orari dei treni scandiscono come un metronomo anche la sua vita, e in seguito la custode di un cimitero in Borgogna.

 La sua vita è fatta di poche cose ma concrete e che soprattutto la rendono felice. Già la felicità… la felicità non è per tutti, ma sono convinta che sia alla portata di tutti.  Non riguarda ciò che ci circonda o quello che possediamo ma ciò che abbiamo nel nostro animo e sta alla nostra intelligenza renderlo unico. Ecco, Violette questa capacità ce l’ha, anche dopo, quando la vita, che non è mai stata generosa, la mette a dura prova, trova il modo di essere felice. Sotto al suo cappotto nero indossa un vestito rosso, il colore della sua anima, un’anima provata dalla vita ma che nonostante tutto trova gioia nel curare i fiori, nell’ascoltare le storie dei parenti dei defunti e nel coltivare il piccolo orto. Violette si prende cura di tutti mentre tutti, invece, dovrebbero prendersi cura di lei. Perché quella più bisognosa di amore è proprio lei.

I personaggi che incontra sul suo cammino raccontano piccole grandi storie e realtà che danno uno spaccato di vita vera. I parenti dei defunti che fanno visita alle tombe e che si fermano a parlare con la graziosa custode del cimitero ricevendo in cambio di ascolto un tè un sorriso o una parola dolce, per Violette sono una grande scuola di vita ma anche per noi! Ho quasi desiderato di avere nel mio paese una guardiana del cimitero così, oppure di esserlo io stessa e questo è meraviglioso, mai in vita mia avrei pensato che un mestiere del genere potesse avere dei risvolti così inaspettati.

Ovviamente parlando di tombe e di morti la narrazione assume talvolta una vena malinconica e nostalgica fino a quando però non si tinge di giallo ed è qui, secondo me, che l’autrice ha dato il massimo costruendo fatti e trama come un grande puzzle dove tessera dopo tessera, lentamente si compone un quadro inaspettato; i caratteri dei personaggi che fino a quel momento erano descritti in un modo, si  modificano e portano il lettore ad avere una nuova consapevolezza di loro e quindi, ad inevitabili riflessioni sui loro comportamenti precedenti, in fondo, in ogni buio, anche quello più nero, c’è sempre un po’ di luce, basta guardar bene.

Non vi nego che durante la lettura del romanzo, non sono mancati momenti di sconforto e di dubbio, alcune parti sembrano essere ridondanti o noiose, ma resistete… perché tutto fa parte della composizione di un quadro che vale la pena di osservare in maniera completa.

Il finale è semplice, ma d’altronde la felicità e l’amore, sono una cosa semplice, ma bisogna avere coraggio!

Francesca Mugnai

Scheda Valutativa (1-5)

  • Trama 5
  • Originalità 5
  • Struttura narrativa 5
  • Caratterizzazione personaggi 5
  • Scorrevolezza del testo 4
  • Lettura consigliata 5

– Buona lettura! –